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lunedì 10 gennaio 2011

Le vecchie abitudini non muoiono mai.

Sono le 23 e stranamente ho voglia di scrivere di quello che e' successo negli ultimi giorni.
Per prima cosa abbiamo deciso di non muoverci qua almeno per il momento vista la situazione di Amelia che si e' risvegliata 4 ore dopo che vi avevo scritto il mio ultimo post. Ci ha raccontato che erano infuga con la sua famiglia dai dintorni di reggio e che erano stati separati dai militari (???). Oltre questo la storia si fa molto confusa e io non avevo molto tempo per ascoltarla. L'ha fatto Claudia.
Tra me e Claudia la situazione sempre in stallo come se da un momento all'altro uno dei due fosse pronto ad andarsene fuori da quella porta come era successo il giorno prima di rinchiuderci in casa. Quanto tempo e' passato....

Se non ricordo male,era intorno all' Ottobre 2013 quando di malattia in italia si parlava con una certa insistenza e che noi poveri siciliani non abbiamo accolto come una minaccia dietro l'angolo che ci avrebbe potuto decimare da un momento all'altro. Il mio lavoro era piuttosto singolare che adesso non ho intenzione di parlarne e Claudia andava all'accademia di Belle Arti di Reggio.Entrambi passavamo un periodo molto stressante a causa dell'apertura della mia attivita e alla distanza che ci stava provocando la distanza con L'accademia che l'aveva costretta ad trasferirsi piu vicino e quel pomeriggio sapevo quello che ci saremmo dovuti dire solo che non avevo il coraggio di ammetterlo a me stesso. Piu' che altro non sapevo che fare. Lei arrivo verso le cinque e stranamente avevo l'impressione che qualcosa non andasse per il verso giusto ma questo si poteva riferire anche alla mia stanchezza dovuta al fatto della mancanza dei miei genitori da casa e le responsabilita' che mi pesavano sulla testa. Comunque,sta di fatto che i segni che la morte era arrivata c'erano e io non li guardai. Feci entrare Claudia e andammo nella stanza principale a parlare,ci mettemmo intorno al tavolo e ci confidammo quello che provavamo quanto dietro di noi vidimo un ombra cadere verso l'asfalto e lo schianto di macchine al seguito. Ci guardammo per un secondo e mi lanciai nel balcone mentre Claudia prendeva il telefono per chiamare il 118.
La signora del palazzo di fronte si era buttata a volo d'angelo prendendo una macchina che nel frenare troppo bruscamente si butto nella corsi opposta portandosi le macchine che venivano dal senso opposto. Le pochine macchine che riuscirono a fermarsi in tempo,rimanendo illesi,e i loro conducenti scesero a vedere cosa fosse successo. In poco tempo,il boccetta era pieno di persone che uscivano dalle macchine e dai locali vicini (ricordo anche qualcuno con bottiglie in mano ) in una bella raccolta.
Fortunatamente,la mia macchina (peugeot 106 del 95) era posteggiata a qualche isolato di distanza.
Claudia,mi ricordo,mi disse che i telefoni erano muti e non mi ci volle molto per fare due piu due. Mi lanciai dentro casa e abbassi le serrande velocemente e presi quello che si poteva portare a mano e che non potesse intralciarmi il passo. Nel frattempo,un urlo disumano squarto il regolare rumore cittadino. Era un urlo femminile che ben presto si trasformo in un grido generale e rumore di persone che cercavano di scappare.
Presi Claudia per braccio e gli domandai quanto tempo ci sarebbe stata ad raggiungermi a casa. Per la prima volta,lei non mi domando' il perche'. Dieci minuti. Aveva la sua macchina.
"perfetto! Non fermarti per nessun motivo. Vai a casa tua,prendi tutto quello di cui hai bisogno. Prendi Lely (la sua cagnolina) e ci vediamo a casa mia. Non fermarti per nessun motivo"
Claudia annui.
QUando uscii dal mio ufficio stranamente chiudetti la porta a chiave come se sarei tornato il giorno dopo. Scendendo le scale assieme trovammo delle persone nel portone che cercavano di scappare a quella furia omicida. realizzai in quel momento che Claudia non sarebbe riuscita a prendere la sua macchina e che saremmo dovuti di corsa a casa mia. Non potevamo abbandonare il cane a quell'orrore e ne Claudia lo avrebbe permesso. La presi per mano e ci lanciammo in quella bolgia infernale assieme.

Ora Lely dorme tranquilla nel salone con il mio cane Eistein e il mio gatto Teo ed e' l'unica cosa bella per la quale mi sia mai lanciato a salvare. Oggi Gabriele mi ha chiesto cosa ne sia stato della mamma e del papa' di Claudia....non lo sappiamo. Speriamo che stiano bene. Claudia in realta' piange ogni notte.

La chiave di quella porta la porto legata al petto perche' quel giorno non voglio dimenticarlo.

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