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lunedì 17 gennaio 2011

Il Progetto Rondine?



Fermai la macchina col freno a mano dalla felicita' di vedere soldati militari. Scesi dalla macchina insieme hai miei compagni e diedi un bacio in bocca al primo soldato che non ebbe neanche il tempo di potermi puntare il fucile.
Vi sto parlando dalla hole blindata di quello che non sembra piu' un vecchio rifugio mal andato ma bensi un hotel meraviglioso come li ho visti solo nei film.
Sto seduto tra due divani comodissimi davanti a una tv a cristalli liquidi e bevendo della splendida coca cola da una cannuccia mentre altri sopravvissuti parlano,ridono,scherzano e passeggiano tranquillamente.
Claudia e' rimasta in camera a farsi una bella doccia calda come non se ne faceva da molto tempo e il prossimo sono io. Amelia adesso gioca con altri bambini mentre i due ragazzi stanno prendendo visione della loro camera. Ah...per poco non dimenticavo i nostri animali che sono dal veterinario.
Ah,mi sembra un sogno tutto questo.
Tra qualche ora i militari ci diranno in cosa siamo entrati a far parte.

Tutto quello che so adesso e' che il Progetto si chiama Progetto:Rondine....Non ne ho mai sentito parlare,

domenica 16 gennaio 2011

Un nuovo inizio

Un nuovo giorno si e' aperto oggi.
Mi ritrovo in cucina a braccia aperte davanti a un pentolino con del latte che bolle con una pistola nella mano destra e una pezza bagnata nell'altra. Ho sentito tre elicotteri stanotte. La situazione si sta muovendo in modo del tutto inaspettato. Non so se sia ricollegabile al mistero del mio amico Gabriele ma qualcosa bisogna fare.
Ieri sera,verso le 19:30,Claudia ha deciso di sua spontanea volonta' di ricreare un piccolo universo di pace in casa e io sinceramente non avevo intenzione di rovinagli questo desiderio:ha portato la cena nel grande salone mentre io e Amelia ci facevamo una partita alla Wii facendosi aiutare da Francesco,il quale si e' scoperto un discreto cuoco, e Gabriele leggeva beatamente uno dei fumetti che avevo lasciato sul tavolo.
Ad un certo punto,Claudia decidette che sia avevamo giocato troppo (curiosamente,mi ricordo' un futuro che avevo in mente e che mai si realizzera') e ci stacco' la tv mettendo una cassetta nel videoregistratore. Parti un vecchio programma tv del 2010 "La Corrida".
"Stasera voglio che ci lasciamo questa malattia alle spalle e passiamo una serata in onore dei bei vecchi tempi.",ci disse.
Stranamente avvenne.
Finimmo tutti per addormentarci ubriachi fradici dalla birra e dal forte spumante che "la corrida"ci sembro' inutile.
Dormimmo beatamente fino alle due di notte quando a un certo punto,partii una trasmissione. Credo che sia stato svegliato dalla cassetta che girava inutilmente nel videoregistratore e alzandomi cercai piu' volte di staccare per far sparire quella trasmissione e quando capii che era trasmessa in diretta svegliai gli altri.
Nel video,era presente un soldato (non ho riconosciuto il grado)e alle sue spalle una bandiera Inglese con delle stelle in cerchio. Il soldato stava seduto dietro una scrivania molto antica.
"Impossibile.",esordii Gabriele.
"E' trasmessa a livello nazionale o solo locale?",domando' Claudia.
"Credo che sia solo locale...e' la stazione televisiva dell' RTP",dissi.
"Ssh",ci fece Amelia.
Aumentai il volume. "....se vedete questa trasmissione vuol dire che ancora l'umanita non e' morta e voi siete i pochi superstiti di quella che potrebbe essere considerata una minaccia mai affrontata prima. Bene,noi siamo un gruppo di soldati scelti da quello che rimane dal Governo Siciliano che si e' formato da quello che rimane di questo paese." di colpo si vedette una cartina raffigurante la citta' di messina. "Quella che state sentendo e' una trasmissione strettamente localizzata alla Citta' di Messina ed e' valida solo per essa. "aggiunse. Di colpo la cartina indico' un vecchio insediamento militare su Colli S.Rizzo usato durante la seconda guerra mondiale." Quello che vi stiamo mostrando e' il nostro accampamento dove stiamo riunendo tutti i non infetti della citta e che dovete raggiungere entro questa settimana prima che venga smantellato e venire dislocati nelle aree non infette. Al vostro interno dovrete tutti i confort che possiamo offrirvi...prima tra tutte la protezione...."la trasmissione si interruppe di colpo. Diedi una serie di colpi al televisore ma nulla di che. Le telecamere di quella stazione televisiva non avevano retto al resto del comunicato. Poco male.
Stamattina ancora non avevamo affrontato la discussione.
E io continuavo a pensare che era una follia rimanere li e che forse andare in quell'accampamento sarebbe il bene di tutti. E anche che potevamo essere come della carne in scatola per i Gialli.
Claudia si avvicina a me preoccupata e mi bacia sulla guancia e mi dice che gli altri dormono ancora.
"Cosa facciamo?",mi chiede come se dovessimo decidere se andare a fare la spesa o no.
"Non possiamo continuare a vivere qui...stiamo finendo i rifornimenti col doppio della velocita' visto che ora siamo in cinque..."
"Lo so,lo so"
La guardo negli occhi;"Dobbiamo andarcene."
"In un posto che potrebbe essere l'ultimo."
"Anche qua potrebbe essere l'ultimo.Ascoltami,prepara tutto. Bagagli leggeri.Io preparo il 4x4."
"Ok,capitan america. Ma Gabriele?"
"Verra' con noi.Non voglio avere altre persone sulla coscienza."
"Cosi sia.",concluse lei." Ma al primo pericolo...cambiamo strada."
Non rispondo. Lei mi obbliga a giurarlo.Lo faccio.


Alle Undici,Teo,Eistein e Milu sono nel bagagliaio insieme coi bagagli e il cibo e soprattutto le armi,nel sedile dietro ci sono Gabriele,Francesco e Amelia e Claudia nel lato passeggero e io alla guida alla volta dei Colli S.Rizzo. Fortunatamente la macchina era col pieno di benzina e le gomme belle gonfie.

Prima di andarmene da casa,ho chiuso la porta a chiave.
Ho aggiunto quest'altra chiave al collo.



sabato 15 gennaio 2011

Il Sorriso di Amelia

Saro' sincero:non so cosa pensare.
Pensare su Gabriele,ovvio. Da quando abbiamo avuto quella discussione ho guardato meglio i suoi atteggiamenti e dei suoi compagni di viaggio e sono giunto alla conclusione che solo in parte Francesco sa qualcosa e gia non mi piace neanche lui. Amelia non sa' nulla e per sicurezza preferisco che stia vicino a Claudia perche' e' meglio stare attenti con degli attivisti.
Tutt'ora ricordo quello che provocarono quando decisero di manifestare a milano e quante vittime ci furono perche' non si accorsero che uno,nella folla,era un infetto pronto solo a farsi una bella cena. tutto perche' dovevano dimostrare che dal "loro punto di vista" il sistema stava sbagliando. Per carita' anche io non amavo molto il Governo che c'era in quegli anni ma sapevano tutti che a breve ci saremo ritrovati tutti nella stessa barca. Morti o Vivi.
Sinceramente non so quali tra le due sia peggio.

Oggi per la prima volta non ho fatto la guardia al nostro rifugio e l'ho lasciato fare a Claudia. Per un attimo,quell'umanita che avevo perduto in questa follia mi e' tornata guardando negli occhi sperduti di Amelia che sarebbe dovuta essere il nostro futuro. Quella povera ragazza ne aveva passate tante e meritava un po' di felicita anche se per un giorno. Presi uno scatolo di cartone che avevo ben nascosto come un tesoro sotto il letto dei miei genitori credendo che non l'avrei rivisto mai piu. Lo aprii e guardai se tutti i pezzi c'erano ancora e sicuramente era funzionante visto che l'avevo appena comprata. Mi diressi nel salone e la trovai la. Distesa sul divano a leggere un libro con quel poco di elettricita' che ci potevamo permettere coi pannelli funzionanti che per la cronaca sono riuscito a riparare.
"Amelia,staccati da quel libro...ti faccio vedere una cosa.",le dissi e misi lo scatolone sul tavolino.
Lei chiuse il libro e mi guardo' con la curiosita' di un gatto.
Misi le mani dentro la scatola e presi una parte del contenuto.
"Allora....Wii Sport '"
Amelia per la prima volta mi sorrise.
E dopo tanto tempo anche io ero felice.

Nel contempo,sopra le nostre teste passarono due elicotteri militari. Claudia si chiudette dentro e Francesco stacco' la luce.
"Che succede?",urlo Gabriele dal bagno.
"Stai zitto.",gli disse Claudia. Anche lei sa.
"Un elicottero?",mi chiese Amelia.
"Non ti preoccupare,tesoro.",la rassicurai io.
Alle mie spalle c'era Francesco. "Non ne sentivo uno da mesi."
"A Messina...non ne sento da prima di questa malattia."

martedì 11 gennaio 2011

Voodoo Eyes in casa mia!!!

Ciao a tutti quelli che mi seguono.
Stamattina mi sono alzato alla buon ora per salire sul tetto del nostro rifugio,decidendomi finalmente a sistemare i panelli a energia solare che avevo rimandato per la moltitudine di cose da fare. Mi alzai silenziosamente e mi vestii velocemente,presi il mio fucile insieme a qualche munizione di sicurezza e uscii di casa. Sul pianerottolo mi fermai per qualche istante cercando di percepire qualche movimento delle sbarre che mi facesse ricordare tutti i Gialli che siamo riusciti ad attirare con il nostro ultimo "salvataggio" e stranamente non si muoveva nulla.
Silenzio spettrale.

Non mi meravigliai piu' di tanto e decisi di fare un piccolo cambio di itinerario per vedere se tutto fosse ben saldo. Scesi lentamente la prima rampa di scale brandendo il fucile in avanti e voltai angolo e mi trovai davanti alle sbarre d'acciaio che avevo montato velocemente. Le mossi un poco e,oltre un lieve ondeggiamento del metallo non mi sembrava che ci fosse qualche segno di cedimento. Esclusivamente del sangue freddo che stava facendo la macchia sul freddo metallo. Di gialli neanche l'ombra.

Ottimo,pensai,la giornata promette bene.
Risalii sui miei passi e aprii la porta che portava sul tetto dove ad attendermi non c'erano solo i panelli e un freddo infernale ma c'era anche Gabriele con un giubbotto imbottito che fissava il panorama di morte e distruzione.
"Ehi",lo salutai.
Si volto lentamente come se si aspettasse il mio arrivo da un momento all'altro e mi fece un cenno di saluto con la    mano.Ricambiai con un sorriso e iniziai a lavorare sui cavi del primo pannello che mi avevano dato sempre un fastidio dai tempi che l'avevamo montati con mio padre. Ancora ricordo che trovavo cosi inutile una cosa del genere a quei tempi. Ma adesso se lui fosse qui con me lo avrei ringraziato tantissimo.
"Cosa fai?",mi domando' Gabriele.
"Dovrei chiederlo a te. Sembra quasi che tu stia aspettando il postino."
"Touche'",rise, " Stavo semplicemente pensando a quello che hai detto quella sera a cena."
Lo ricordavo bene. Andarcene per Palermo.
"Mi pare che fossi d'accordo con me.",gli ricordai io.
"E tu saresti pronto a portarci via?",mi chiese lui.
Allora mi alzai e lo presi dal giubbotto. "Non lo farei per voi.Lo farei per Claudia."
"ehiehiehi.Non volevo farti sbottare mica. Dicevo soltanto che con quello che avete costruito qua potremmo stare perfettamente qui fino a quando questa malattia non finisca di mietere vittime."
"Stai dicendo che dovrebbero finire di morire persone. E comunque mi sembra di aver gia' sentito questi discorsi....Da dei certi "Voodoo Eyes" nel 2012."
Lui  mi guardo' come se gli avessi detto che era un infetto. "Ho sentito questi discorsi dal telegiornale come chiunque altro all'epoca.",rispose.
La discussione non continuo.
In quel ragazzo qualcosa non mi quadra.

lunedì 10 gennaio 2011

Le vecchie abitudini non muoiono mai.

Sono le 23 e stranamente ho voglia di scrivere di quello che e' successo negli ultimi giorni.
Per prima cosa abbiamo deciso di non muoverci qua almeno per il momento vista la situazione di Amelia che si e' risvegliata 4 ore dopo che vi avevo scritto il mio ultimo post. Ci ha raccontato che erano infuga con la sua famiglia dai dintorni di reggio e che erano stati separati dai militari (???). Oltre questo la storia si fa molto confusa e io non avevo molto tempo per ascoltarla. L'ha fatto Claudia.
Tra me e Claudia la situazione sempre in stallo come se da un momento all'altro uno dei due fosse pronto ad andarsene fuori da quella porta come era successo il giorno prima di rinchiuderci in casa. Quanto tempo e' passato....

Se non ricordo male,era intorno all' Ottobre 2013 quando di malattia in italia si parlava con una certa insistenza e che noi poveri siciliani non abbiamo accolto come una minaccia dietro l'angolo che ci avrebbe potuto decimare da un momento all'altro. Il mio lavoro era piuttosto singolare che adesso non ho intenzione di parlarne e Claudia andava all'accademia di Belle Arti di Reggio.Entrambi passavamo un periodo molto stressante a causa dell'apertura della mia attivita e alla distanza che ci stava provocando la distanza con L'accademia che l'aveva costretta ad trasferirsi piu vicino e quel pomeriggio sapevo quello che ci saremmo dovuti dire solo che non avevo il coraggio di ammetterlo a me stesso. Piu' che altro non sapevo che fare. Lei arrivo verso le cinque e stranamente avevo l'impressione che qualcosa non andasse per il verso giusto ma questo si poteva riferire anche alla mia stanchezza dovuta al fatto della mancanza dei miei genitori da casa e le responsabilita' che mi pesavano sulla testa. Comunque,sta di fatto che i segni che la morte era arrivata c'erano e io non li guardai. Feci entrare Claudia e andammo nella stanza principale a parlare,ci mettemmo intorno al tavolo e ci confidammo quello che provavamo quanto dietro di noi vidimo un ombra cadere verso l'asfalto e lo schianto di macchine al seguito. Ci guardammo per un secondo e mi lanciai nel balcone mentre Claudia prendeva il telefono per chiamare il 118.
La signora del palazzo di fronte si era buttata a volo d'angelo prendendo una macchina che nel frenare troppo bruscamente si butto nella corsi opposta portandosi le macchine che venivano dal senso opposto. Le pochine macchine che riuscirono a fermarsi in tempo,rimanendo illesi,e i loro conducenti scesero a vedere cosa fosse successo. In poco tempo,il boccetta era pieno di persone che uscivano dalle macchine e dai locali vicini (ricordo anche qualcuno con bottiglie in mano ) in una bella raccolta.
Fortunatamente,la mia macchina (peugeot 106 del 95) era posteggiata a qualche isolato di distanza.
Claudia,mi ricordo,mi disse che i telefoni erano muti e non mi ci volle molto per fare due piu due. Mi lanciai dentro casa e abbassi le serrande velocemente e presi quello che si poteva portare a mano e che non potesse intralciarmi il passo. Nel frattempo,un urlo disumano squarto il regolare rumore cittadino. Era un urlo femminile che ben presto si trasformo in un grido generale e rumore di persone che cercavano di scappare.
Presi Claudia per braccio e gli domandai quanto tempo ci sarebbe stata ad raggiungermi a casa. Per la prima volta,lei non mi domando' il perche'. Dieci minuti. Aveva la sua macchina.
"perfetto! Non fermarti per nessun motivo. Vai a casa tua,prendi tutto quello di cui hai bisogno. Prendi Lely (la sua cagnolina) e ci vediamo a casa mia. Non fermarti per nessun motivo"
Claudia annui.
QUando uscii dal mio ufficio stranamente chiudetti la porta a chiave come se sarei tornato il giorno dopo. Scendendo le scale assieme trovammo delle persone nel portone che cercavano di scappare a quella furia omicida. realizzai in quel momento che Claudia non sarebbe riuscita a prendere la sua macchina e che saremmo dovuti di corsa a casa mia. Non potevamo abbandonare il cane a quell'orrore e ne Claudia lo avrebbe permesso. La presi per mano e ci lanciammo in quella bolgia infernale assieme.

Ora Lely dorme tranquilla nel salone con il mio cane Eistein e il mio gatto Teo ed e' l'unica cosa bella per la quale mi sia mai lanciato a salvare. Oggi Gabriele mi ha chiesto cosa ne sia stato della mamma e del papa' di Claudia....non lo sappiamo. Speriamo che stiano bene. Claudia in realta' piange ogni notte.

La chiave di quella porta la porto legata al petto perche' quel giorno non voglio dimenticarlo.

lunedì 3 gennaio 2011

Devo andarmene!!!

Abbiamo attirato troppo l'attenzione. Cazzo.
QUando vi ho scritto le cose erano precipitate ma adesso sono andate proprio a fare in culo e siamo assediati dai Gialli. Per salvare tre persone ci siamo portati 30 Gialli intorno casa. Che bel modo di iniziare l'anno.
Li sento anche adesso mentre scrivo. Ringhiano,grattano sulle sbarre che ho messo sulla rampa delle scale e sentono il profumo della nostra carne. QUasi la bramano i bastardi.

Comunque i tre ragazzi sono in salvo in una maniera che sarebbe troppo lunga da scrivere qui e con questo casino sotto fondo che mi sta facendo rodere le mani.La ragazza a cui avevano sparato si chiama Amelia e credo  fosse una studentessa i 17 anni (povera ragazza,ormai il mondo non e' piu' un posto per bambini ) scrivo credo perche' non si e' ancora svegliata....ma non e' malata e ancora non presenta sintomi del genere. I suoi due amici (Francesco e Gabriele) dicono che vengono da fuori dalla sicilia. Esattamente da Reggio e confermano che la situazione li non e' stata delle migliori. Prima che scoppiasse tutto questo bordello entrambi facevano parte di una  ditta di spedizione internazionali e si erano incontrati con Amelia per pura casualita' dentro un appartamento abbandonato. Non sanno molto di lei e tranne il fatto che e' apposto sul suo conto si sa' davvero poco. Le domande che avrei voluto fargli erano in molte da "come siete arrivati qua" ad "chi vi ci ha portato qua" ma l'unica domanda sensata che mi venne in mente fu' : "Che ci facevate con quegli Incappucciati Rossi?"
A rispondermi fu' Gabriel che mi racconto tutta la storia che per quando roccambolesca aveva del curioso. Gabriele mi racconto' che li incappucciati erano un gruppo di persone che credevano che tutto questo fosse un modo di Dio per punirci e stronzate religiose del genere e loro ci finirono su internet,come sto scrivendo io, e quando arrivarono era troppo tardi per tornare indietro.

Claudia li fece sentire a loro aggio in casa ma io non mi sento proprio a mio aggio in casa mia. Questo mondo sta cambiando troppo e non potremo stare chiusi qui dentro per sempre. Per quanto cerchi di rendere piu' solida la casa,i Gialli riescono sempre a entrare tranquillamente come se fossero a casa loro. Per quest'anno non ne avevo piu' visti ma ora sembra che si sono dati appuntamento. Dobbiamo andarcene al piu' presto in un posto sicuro o questo posto sara' la mia tomba e io ho dovuto gia' seppellire troppe persone care.
Stasera stessa proporro' quest'idea al resto del gruppo.
Seguiro' l'idea di andare a Palermo.

venerdì 31 dicembre 2010

31/12/2015 - Gli Incappucciati Rossi



Scrivo queste parole dal mio Ipod (ringraziando Dio ancora ci sono alcune reti per la citta').
Siamo bloccati all'interno della citta' ormai presidiati dagli uomini in rosso. Niente esce e nulla entra.
Ancora non siamo riusciti a salvare i due ragazzi ma non demordiamo.
Se qualcuno puo' venire non lo faccia.
Meno siamo meglio e'.

Messina is DEAD!!!